Capolavori di rara intensità artistica

La medaglia è spesso ritenuta una forma d’arte “minore”, per la sua finalità celebrativa e la sua natura orafa.

La Collezione Carrino sfata questo pregiudizio, con molti capolavori di pregevole valore artistico. Tra i tanti pezzi forti della Collezione, che saranno esposti nella Mostra di Pordenone, ne segnaliamo due, quasi agli antipodi per stile e sensibilità esecutiva, distanziati l’uno dall’altro da oltre un secolo. Il primo è una rarissima medaglia in argento coniato realizzata nel 1827, subito dopo la morte di Beethoven, dal medaglista e incisore austriaco Josef Nikolaus Lang (1776 – 1835): straordinari il nitido tocco neoclassico e la luminosa rotondità che contraddistinguono l’opera.

Di eccezionale potenza è, invece, la placca uniface in bronzo, fusione cava, realizzata a Monaco nel 1930 circa, dallo scultore austro-tedesco Josef Thorak (1889 – 1952), artista del III Reich e autore delle statue colossali dell’Olympiastadion di Berlino. In dimensioni ridotte, Thorak raggiunge esiti d’intensità espressionistica, mostrando un Beethoven proteso in avanti, con le braccia all’indietro e contorte e il capo che fende le forze della natura. Un’immagine dinamica e tormentata che, insieme, racconta l’inquietudine del Compositore e presagisce l’alienazione di un artista maledetto, in fuga dai fasti hitleriani verso i margini oscuri della memoria.