Adorazione e venerazione

Una divinità vicina ai sentimenti dell’uomo

Come ha scritto Friedrich Nietzsche nel 1874, con Beethoven “la musica cominciò a scoprire il linguaggio delle emozioni, del desiderio appassionato, degli eventi drammatici che prendono posto nel profondo dell'Uomo”. Forse è proprio questa innovativa capacità di esprimere i sentimenti più complessi e contradditori dell’animo umano che ha originato il culto beethoveniano, con un’adorazione sospesa tra vicinanza e distanza: quella di un’Umanità che si mette a nudo, ora in ginocchio davanti al Mito lontano, ora tesa a sfiorarlo con una carezza o un bacio in punta di piedi.

Inizia percorso

MAX SIEBER, pittore tedesco attivo tra fine Ottocento e prima metà del Novecento.
Venerazione di Beethoven, grande dipinto a olio su tela, Ulm (Germania), 1913.

Dipinto di straordinario interesse sconosciuto in tutte le fonti, di gusto simbolista tedesco del primo Novecento, quando il mito del Maestro raggiunse l'apice. In un cielo tempestoso la grandiosa immagine del volto di Beethoven, cinta da una corona di alloro simbolo di gloria ed eroismo, appare a un uomo e una donna ignudi che rappresentano l'Umanità intera soggiogata da questa visione.

MAX SIEBER, pittore tedesco attivo tra fine Ottocento e prima metà del Novecento.
Venerazione di Beethoven, grande dipinto a olio su tela, Ulm (Germania), 1913.

Le nubi scure e cariche di pioggia e gli ampi squarci di luce nel cielo tinto di mutevoli sfumature, si addicono al carattere e alla musica del Compositore. L’opera esalta l’immagine del Maestro, salvatore dell'Umanità, che vince la sofferenza fisica e spirituale con l'universalità della sua Arte in un messaggio di pace e di gioia.

HUGO von HOFMANNSTHAL, drammaturgo, poeta e scrittore austriaco, *Vienna, 1.2.1874 - † Rodaun (Vienna), 15.6.1929.
Omaggio regale a Beethoven, Discorso celebrativo nel Centocinquantenario della Nascita di Beethoven a Zurigo presso il Lesenzirkle di Hottingen il 10 dicembre 1920.

Il Discorso è scritto negli anni tragici dopo la Grande Guerra con la dissoluzione dell’Impero Guglielmino e Austro-Ungarico: gli uomini “rifuggono dall’eloquenza” e solo “il linguaggio senza parole della musica” sembra unire un’umanità disgregata, di “singoli individui”. In questa notte Beethoven risplende come un astro: “Nelle ore prive di luce rifulgono i tesori del cielo e fra questi tesori c'è Lui.”

L’umanità pare ricomporsi intorno al volto-tempio del Maestro: “In questo momento solenne essi [i singoli individui] avanzano con fare grave gli uni verso gli altri, e dove solo due o tre di loro si ritrovano assieme, ecco ergersi al di sopra di loro un volto dall'espressione indecifrabile, indocile e mansueta al tempo stesso - templum in modum arcis - un tempio divino nella forma di una fortezza: il volto di Beethoven.”

Versione italiana a cura di Roberto Vanni, Genova, Graphos, 1999 (pag. 77)

“Egli è uno spirito, e in quest'ora noi ci ricordiamo di lui, noi che siamo spiriti. Possa egli in questa stessa ora ricordarsi di noi, e penetrare dentro di noi con il soffio della sua forza e della sua purezza."

FRANZ SEIFERT, scultore austriaco, *Schönkirchen, 2.4.1866 - †Linz, 19.1.1951.
Molto attivo a Vienna con monumenti di personaggi illustri, tra cui Johann Strauss e Joseph Lanner, a Trieste nel 1912 realizzò la grande statua in bronzo dell’imperatrice Elisabetta d’Austria.

Omaggio alla bellezza dell’arte musicale di Beethoven, scultura in bronzo e marmo realizzata nel 1920 per i 150 anni della Nascita del Compositore.

Un cippo marmoreo col volto in altorilievo di un giovane Beethoven dalla massa di capelli stilizzata, supporta la figura di una giovane donna protesa verso l’alto che scopre il suo corpo statuario. La sua bellezza e la sua armonia scultorea sono uno straordinario omaggio all’opera immortale del Maestro.

MAX KLINGER, pittore, scultore e grafico tedesco di gusto simbolista, *Lipsia, 1857-02-18 - † Großjena, 1920-07-04.

Serie di due stampe a colori, su carta patinata, da Die Welt Max Klinger, Berlin, Furche Verlag, 1918.

Due capolavori di severa compostezza, di altissima forza psicologica ed espressiva.

MAX KLINGER, pittore, scultore e grafico tedesco di gusto simbolista, *Lipsia, 1857-02-18 - † Großjena, 1920-07-04.

Die Kreunzingung (La Crocifissione), dipinto monumentale, Roma, 1890.
Lipsia, Museum der bildenden Künste.

Da fonti storiche, nel 1890 Klinger, dopo innumerevoli studi, cercò di rappresentare l'evento con fedeltà e di trasportarlo nel presente attraverso la moderna psicologia dei personaggi. L'artista, con libertà interpretativa, scelse Siena con la sua Cattedrale a sfondo del quadro, spostando così l'avvenimento nell'Italia centrale.

Nel 1891 la nudità del Cristo suscitò all'esposizione di Monaco un tale scandalo, che nel 1893 Klinger si lasciò convincere a ricoprire le parti giudicate indecenti. Solo nel 1969 un restauro ripristinò la versione originale della figura.

I personaggi s’ispirano al Vangelo di Giovanni, il cui volto ha i lineamenti di Beethoven. L'architetto e collezionista triestino Alexander Hummel, amico di Klinger, acquistò il dipinto con il Giudizio di Paride e il Cristo nell'Olimpo. Il suo progetto era riunire le tre opere nella sua villa Irene a Trieste, in una compenetrazione di bellezza classica, profondità cristiana, espressività moderna.

MAX KLINGER, pittore, scultore e grafico tedesco di gusto simbolista, *Lipsia, 1857-02-18 - † Großjena, 1920-07-04.

Christi Beweinung (La Pietà), dipinto monumentale, Roma, 1890.
Dresda, Gemäldegalerie (opera distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale).

Un solenne dipinto sulla passione di Cristo, forse anche ispirato dall'omonimo quadro di Böcklin. Giovanni, sulla sinistra, ha il volto di Beethoven. Tra Ottocento e Novecento, Beethoven incarnava spesso la figura dell'artista combattente, che si fa carico della sofferenza umana.

Di grandissima forza espressiva è la figura centrale della Madonna, che tiene amorevolmente tra le dita intrecciate la mano del Figlio morto, steso sul freddo sepolcro. Lo sguardo della Madonna, con gli occhi semichiusi che hanno ormai esaurito le lacrime, è d’immensa indimenticabile tristezza. Un semplice muretto isola i personaggi dall’ambiente ed enfatizza la loro solitudine.

FRANZ VON STUCK, scultore, pittore simbolista-espressionista, illustratore e architetto tedesco,
*Tettenweis, 23.2.1863 - †Monaco di Baviera, 30.7.1928. Cofondatore nel 1892 della Secessione di Monaco.
Grande placca quadrata in bronzo, fusione, con il volto di Beethoven in altorilievo, versione con il “von” nella firma, 1906.

È tra le raffigurazioni più avvincenti del Compositore romantico. Lo sguardo magnetico e penetrante e l'espressione concentrata avvincono chiunque lo osservi. La capigliatura, che circonda come un’aureola il volto, manifesta l’energia fisica e spirituale della sua musica. È un’opera di gran fascino che suscita venerazione come un’icona.

FIDUS (pseudonimo di Hugo Höppener), pittore, illustratore simbolista tedesco, *Lubecca, 8.10.1868 - †Woltersdorf, 23.2.1948.
Beethoven, stampa artistica pubblicata nella rivista Jugend, n. 805, Monaco, 1903, che riporta al verso il timbro rosso del “Fidus Archiv”.

Fidus, propugnatore del Lebensreformbewegung (Movimento di Riforma della Vita), nella sua critica alla vita urbana vagheggiava un drastico ritorno alla natura e alla valorizzazione della antica anima germanica. Dal progetto originale di Fidus del 1900.

La statua colossale di Beethoven, nel progetto di un tempio in suo onore, rappresenta la grandezza dell’Uomo e della sua Arte. Una donna ignuda in punta di piedi, sfiorando le labbra del “Titano della musica”, gli rende religioso omaggio in nome di tutta l’Umanità. L’ieraticità del monumento contrasta simbolicamente con la sensualità femminile. Una rappresentazione ardita per l’epoca.

JULIUS KLINGER, pittore, illustratore e grafico austriaco. *22.5.1876 - †1942.
Fu attivo a Vienna, Berlino e Monaco. Ebreo, il 2 giugno 1942 fu deportato a Minsk, ove morì.
In memoriam Beethoven, acquaforte originale su carta pesante, siglata dall'Autore in basso a destra. Realizzata a Vienna nel 1927 per il Centenario della Morte di Beethoven.

Un'opera di gusto romantico e simbolista, realizzata da un grande artista del Novecento. Una donna scarmigliata, vestita di bianco e avvolta in un nero mantello, piange sulla tomba di Beethoven. Si copre il volto con la mano destra; con la sinistra tiene un fazzoletto che sfiora delicatamente la lapide ornata da un ramoscello di alloro, simbolo della Gloria: un gesto che coinvolge e commuove.

MAX[ime] LOUIS OCTAVE LE VERRIER, famoso scultore francese, *Neuilly-sur Seine, Parigi, 29-1-1891 -
†Parigi, 6-6-1973. Realizzò sculture, oggetti decorativi e di uso quotidiano in stile Art Déco, ottenendo molti premi e riconoscimenti.
Beethoven è il sole, oggetto d'arte in bronzo, fusione, patina bruna. Firmato a destra lungo il margine, Parigi, primi anni Trenta del Novecento.

Opera Art Déco su base in marmo nero. Una lira a tre corde, strumento delle armonie celesti, supporta un medaglione con il volto inquietante di Beethoven, che emerge dal buio con gli occhi senza pupille e le sue luminescenze, incombendo muto sullo spettatore. Simbolo di perfezione e armonia, Beethoven è il Sole, astro di vita, che evoca elevazione spirituale nell'infinito del cielo.

FREDERICK FOCHT, scultore e incisore francese, *1879 - †1962.
Apoteosi romantica di Beethoven, placchetta in bronzo realizzata negli anni Venti del Novecento, coniata, bordo superiore a lunetta.

Un’opera che esprime una straordinaria armonia compositiva, ricca di simboli e di concetti.

Al dritto, Beethoven compone ispirato. Un angelo, messaggero e protettore, gli indica la stella della luce divina e lo incorona con l’alloro della gloria e la palma della vittoria. Una coppia di amanti è elevata al cielo dalla musica sublime. Una figura velata in ginocchio allude alla sofferenza. Sullo sfondo: un’arpa, strumento celeste dalla musica, e il mare, simbolo dei contrastanti moti dell’anima.

FREDERICK FOCHT, scultore e incisore francese, *1879 - †1962.
Apoteosi romantica di Beethoven, placchetta in bronzo realizzata negli anni Venti del Novecento, coniata, bordo superiore a lunetta.

Al rovescio, in un paesaggio nello stile di Caspar David Friedrich, un sole radioso illumina la strada del Bene e della Conoscenza. Alla base di un pino è posata una lira, strumento degli angeli.

In un microscopico ma potente paesaggio appare “una piccola casa, così piccola, che si abbia un po’ di spazio almeno per uno!”, come scrive Beethoven nei Quaderni di Conversazione.

WALTER BISCHOFF, pittore e medaglista tedesco, *Wassertrüdingen, 5.7.1885 – †Aachen (campo di prigionia), 1.6.1945. CH. LENZ incisore.

La più rara medaglia commemorativa per i 100 anni della morte del Compositore, in bronzo, fusione, 1927.

Al dritto, in un esagono, simbolo della creazione e dell’eternità, giganteggia il volto di Beethoven ornato con fronde di alloro simbolo della Gloria. Ai due lati un uomo e una donna ignudi a rappresentare tutta l’Umanità che gli rende omaggio.

WALTER BISCHOFF, pittore e medaglista tedesco, *Wassertrüdingen, 5.7.1885 – †Aachen (campo di prigionia), 1.6.1945. CH. LENZ incisore.

Al rovescio, ancora un esagono racchiude questi versi: “Un secolo trascorse da quando te ne andasti / Vincitore fosti della gioia e del dolore / e l’umanità ha udito grazie a te / l’alto messaggio dell’eternità / che vince l’animo con la sua bellezza / E dopo che la morte pose fine alla tua opera / la tua tomba fu culla di grande consolazione / innumerevoli tu conducesti alla vittoria!”

Sotto i versi, al centro, Giacobbe lotta con un Angelo: simboleggia la volontà ribelle dell’Uomo combattente, che cerca tuttavia la benedizione divina.

Cartolina artistica in cromolitografia, una delle prime a colori, pressata con effetto in rilievo, viaggiata, Torino 8.7.1891.

Saluti e baci a Beethoven
Una dama elegante adorna il busto di Beethoven con rose e fronde di alloro e delicatamente ne sfiora il volto con un bacio. Il Compositore a questo gesto d’amore apre gli occhi e le lancia uno sguardo sorpreso!

Ob kalt und stumm, sie leben doch,
Die wir in’s stille Grab versenkt,
So lang Ein Herz auf Erde noch
In Liebe ihrer Treu gedenkt

LUDOVIC ALLEAUME, pittore e grafico francese, *Angers, 24-1-1859 - †Parigi, 1941.  Espose a Parigi al Salon des Artistes Francaise dal 1883 al 1938 e dal 1894 anche alla Société des Peintres-Lithographes. Rimase fedele allo stile accademico rifiutando i nuovi movimenti artistici.

Incisione applicata su cartone, firmata. Realizzata in Francia verso il 1928.

Straordinaria opera grafica che riprende il Liberty francese. Beethoven si presenta in atteggiamento di meditazione. Una giovane donna sfiora il suo volto nell'atto di abbracciarlo e baciarlo, distogliendo dal lavoro il Maestro, che pare acconsentire in silenzio. Dolcezza, affetto, sensualità si fondono nelle mani femminili che attraggono alle labbra il Compositore, per un bacio in punta di piedi.

La scena evoca una celebre innamorata di Beethoven, Bettina Brentano, che scrisse a Goethe: “Quando lo vidi per la prima volta, l'universo intero disparve per me... Beethoven mi fece dimenticare il mondo e te stesso, o Goethe…”.

Ex libris per Luis Alvarez
In Eo Veritas, Austria, primo Novecento, dalla maschera del 1902 dello scultore austriaco Carl Wollek, *Brno,1862 - †Vienna, 1936.

Una ragazza ignuda, in punta di piedi, con lunghi capelli mossi dal vento, si appresta a baciare amorevolmente il volto di Beethoven. Il monumento è adornato da oggetti simbolici che esaltano la grandezza del Maestro: l’arpa stilizzata, strumento della musica celeste; il braciere acceso, simbolo di sacralità; sul gradone, sopra la scritta, lo specchio che rappresenta la Verità e l’Eternità.

OTTO HANS HERSCHEL, famoso pittore austriaco di origine ebraica, *Teplitz-Schönau, 30.12.1871 - †Richmond, Virginia, 14.12.1958.
Cartolina viaggiata.

Trieste, 1° maggio 1916. Al signor Antonio Artusi (…)
Rivolta col pensiero al tuo amore per i suoni sublimi del grande “Beethoven” un saluto affettuoso il primo di maggio 1916

EICKHORN
Cartolina con il ritratto beethoveniano, non affrancata, ma viaggiata in busta chiusa (nel 1910 circa) per mantenere la privacy del messaggio alla signorina Mutz…

Te lo scrivo con Beethoven
Alla mia Mutz…
Le acque scorrono,
 i venti si disperdono,  
i monti sprofondano,
 le onde svaniscono,
 ma eterno e giovane  
resta il ricordo.
 Il tuo Karli

FOTOCELERE SUPERFOT 655/5
Cartolina viaggiata

Milano, 25 marzo 1932. Auguri pasquali con la maschera di Beethoven, le note che fluttuano nell’aria, il volto appassionato di una graziosa fanciulla, illuminati dalla luce spirituale di tre candele accese…

ORIENTAMENTO ALLA NAVIGAZIONE

Questa sezione è l’eredità della Mostra online “L’Uomo. Il Genio. Il Mito” proposta nel 2021 e qui preservata nei suoi contenuti essenziali. La narrazione si articola in tre filoni:

L’UOMO dedicato ai momenti e ai temi salienti della vita del Compositore;
IL GENIO dedicato alla opere e alla loro interpretazione in vari ambiti delle arti figurative;
IL MITO dedicato alla diffusione mondiale del Mito beethoveniano, allo sfruttamento dell’immagine del Compositore a fini commerciali e politici, alla sua venerazione e dissacrazione.

All’interno di ognuno dei tre sono proposti più sotto percorsi.

Per esempio:
selezionato il percorso “IL GENIO”, si può procedere con la scelta del sotto percorso “SESTA SINFONIA”.
Ogni sotto percorso è costituito da una Galleria di opere e/o documenti sul tema, introdotta da un breve testo esplicativo.
Ogni immagine è accompagnata da una didascalia descrittiva e tecnica, può essere ingrandita e visionata ad adeguata risoluzione.
I sotto percorsi “INTRO” introducono con un breve audiovisivo alla specifica sezione.

CREDIT: tutte le opere e i documenti proposti provengono dalla Collezione Carrino
© Collezione Carrino – Casa Museo Biblioteca Beethoveniana
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